Mese: Settembre 2021

https://goo.gl/maps/mwatyd5JZVJXvL9m6 1

“E il contratto che stipulo mi chiama alla cura di te”

di Sarah Salvatore - psicologa - psicoterapeuta - socio SIPsA

Introduzione al seminario di Polivisione del 1/10/2021
organizzato dallo Studio Nuovi Percorsi e dalla SIPsA

Il lavoro del gruppo di Polivisione induce a riflettere sulla questione del “prendersi cura” nella relazione con l’Altro. Il caregiving è un fenomeno fondamentale dell’essere umano, evidente già nelle primissime https://goo.gl/maps/mwatyd5JZVJXvL9m6 1interazioni madre-bambino, ma è anche un aspetto caratterizzante la relazione terapeutica. L’analista può essere pensato come “contenitore materno”. Bion (1962) sviluppò questa idea formulando una teoria del contenimento materno e terapeutico e usò il concetto di identificazione proiettiva per far luce sull’ interazione interpersonale. All’ interno di quest’ottica, il bambino, piangendo, attua una forma di comunicazione proiettiva, attraverso la quale la sofferenza è sentita ed introiettata dalla madre. Se la madre è in quel momento in grado di svolgere abbastanza bene le sue funzioni, può fare un lavoro psichico al proprio interno che le permette di definire il problema e ciò che serve per risolverlo. Essendo capace di comprendere ciò che non va, la madre può intraprendere le azioni opportune, provvedendo al bambino, in modo da alleviarne le sofferenze. Il processo di definizione del malessere e del modo in cui affrontarlo viene comunicato al bambino attraverso l’atto di occuparsi di lui, ad esempio, nutrendolo. Si tratta di una proiezione di ritorno della sofferenza, trasformata in un’azione di comprensione (rêverie materna). Il bambino, una volta che la madre ha iniziato a provvedere e a dare assistenza alla sua sofferenza, può riprendersi tale esperienza (reintroiettarla) ma in una forma modificata. Attraverso l’introiezione dell’esperienza che è stata compresa, il bambino può arrivare ad acquisire la stessa comprensione che ha la madre. Per esempio, se la madre è attenta, egli può comprendere, attraverso i suoi interventi, che una determinata esperienza significa fame (ovvero richiede che qualcosa sia accostata alle sue labbra per essere succhiata e dare nutrimento). L’accumularsi delle occasioni in cui le esperienze vengono capite inizia a creare un’acquisizione, interna al bambino stesso, di un oggetto interno che ha la capacità di comprendere le sue esperienze. La Segal (1975) descrisse questa interazione madre-bambino come modello dello sforzo terapeutico dell’analista.

Un altro contributo fondamentale al tema della cura è stato fornito da Winnicott, che ha individuato nel rapporto madre-bambino il nucleo da cui trae origine lo sviluppo psichico dell’individuo, la formazione del Sé, la costituzione dell’Io e il rapporto con il mondo esterno.
Winnicott ha coniato l’espressione di madre sufficientemente buona per definire quella figura di accudimento capace di riconoscere i bisogni, sia fisici che psichici, del bambino e di adattarsi attivamente ad essi. La madre sufficientemente buona possiede la preoccupazione materna primaria, ovvero uno stato della mente che le permette di offrire al bambino un ambiente di Holding: spazio fisico e psichico protetto, in cui il bambino può sperimentare l’onnipotenza soggettiva, ovvero la sensazione di essere lui, con i suoi desideri, a creare ogni cosa. I desideri del bambino fanno sì che le cose accadano: se il bambino ha fame compare il seno materno. La madre sufficientemente buona si occupa di disilludere gradualmente il bambino e di condurlo verso un’esperienza di realtà oggettiva: il bambino si accorge che l’appagamento del suo desiderio richiede una negoziazione adattiva con gli altri. Tra le due esperienze ne compare una terza, l’area transizionale. In questo stadio l’oggetto si trova nel mezzo: non è né creato dal bambino ma nemmeno separato. L’oggetto transizionale è un’estensione speciale del sé del bambino, a metà tra la madre che il bambino crea nell’ onnipotenza soggettiva e la madre che scopre agire di sua iniziativa nel mondo oggettivo. L’esperienza transizionale ammortizza il salto tra un mondo in cui i desideri rendono reali i propri oggetti in modo onnipotente e un mondo in cui, affinché i propri desideri siano appagati, è necessaria la collaborazione con gli altri.
Winnicott introdusse uno stile terapeutico in cui la situazione analitica veniva equiparata alla relazione madre-bambino e mise in risalto la capacità dell’analista di riconoscere i bisogni primari del paziente. In questo senso, attribuiva al setting un ruolo fondamentale tanto quanto l’interpretazione: avvicinava il setting all’ holding, cioè alla capacità della madre di fungere da contenitore. In altre parole, Winnicott considerava il processo analitico come una replica riparatrice del processo naturale di crescita. Pertanto, considerava che per poter accedere in analisi a situazioni di carenza primaria erano necessari dei lunghi tempi di attesa, insieme ad un setting-contenitore sufficientemente buono che consentisse al paziente di costruire una fiducia di base, elemento fondamentale per la regressione e la ricostruzione.

BIBLIOGRAFIA
Bion W. (1962). Apprendere dall’ esperienza. Armando Editore, Roma.
Segal, H . (1975). A psycho-analytic approach to the treatment of schizophrenia. In: Lader, M. (Ed.) Studies of Schizophrenia. Headley Bros, Ashford, pp.94-97.
Winnicott D. W. (1971). Gioco e realtà. Armando Editore, Roma.

Scrivere a nuovipercorsiviaborelli@gmail.com indicando il proprio nome, professione, numero di telefono per poter ricevere il link di accesso a meet.

Polivisione 10-09-21

Polivisione

attraverso il dispositivo dello

psicodramma analitico.

“ Sostenere la tensione del desiderio.”

venerdi 10 settembre ore 19-20,30 incontro “aperto”.

IIL SOGNO DI CHAGALL IN UNA MOSTRA SPETTACOLO.
Si consiglia lettura dell'articolo.

Riprendono gli appuntamenti con la “polivisione” attraverso il dispositivo dello psicodramma analitico.

Prosegue la ricerca del gruppo di lavoro dello studio Nuovi Percorsi che, all’indomani del lockdown del 2020, spostatosi nell’online, ha iniziato ad indagare la dimensione del soggetto e del gruppo nella presenza/assenza del digitale e gli effetti sulla relazione di cura.

Se in primo tempo il tema dominante dei nostri incontri è stato la “dispensa”, come a tratteggiare un bisogno di protezione, ripiegamento ma anche valorizzazione delle proprie risorse interne, l’ultimo anno di lavoro ha visto il nostro gruppo di lavoro confrontarsi con la fiaba, la violenza e la questione della legge. Forse la nostra comunità, che nei mesi ha accolto via via nuovi partecipanti, sta immaginando nuovi miti, nuove forme, nuovi sogni per “pensare” questo nostro contemporaneo così precario, incerto e instabile.

Ci sostiene la tensione del desiderio. Desiderio di incontro, di ricerca, di confronto, di erranza e smarrimento, verso articolazioni inedite e sorprendenti della parola e del discorso e del loro intreccio con la pratica clinica e l’elaborazione teorica, come nutrimento essenziale della relazione di cura.

Sono previsti otto incontri a partire da settembre 2021 fino a giugno 2022. Sei appuntamenti saranno online mentre gli incontri di febbraio e giugno si terranno in presenza, rispettivamente a Roma e sul territorio pugliese.

Come nostra modalità di lavoro alterneremo incontri dedicati a tutte le professioni coinvolte nella relazione di cura (psicologi, psicoterapeuti, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, neuropsichiatri ecc,) e centrati quindi sulla clinica, a incontri “aperti” a tutti coloro i quali abbiano l’interesse e la curiosità di interrogarsi e interrogarci sui temi che la “cura” pone alla società e al legame sociale.

Primo appuntamento: venerdi 10 settembre ore 19-2030 incontro “aperto”. I successivi appuntamenti online saranno sempre di venerdi ma con orario 20 – 21.30. Per gli appuntamenti in presenza saranno pubblicati nei prossimi mesi aggiornamenti sulle modalità di partecipazione e sulla organizzazione delle giornate.

Calendario prossimi appuntamenti

1 OTTOBRE (incontro clinico) ore 20-21,30

5 NOVEMBRE (incontro aperto) ore 20-21,30

3 DICEMBRE (incontro clinico) ore 20-21,30

5 FEBBRAIO IN PRESENZA (ROMA)  sabato ore 9,30-15,30 e 15,00-17,00

11 MARZO (incontro aperto) ore 20-21,30

8 APRILE (incontro clinico) ore 20-21,30

11 GIUGNO IN PRESENZA (PUGLIA)  sabato orario da definirsi.

Contatti:
dott. Nicola Basile 3296322722
email nuovipercorsiviaborelli@gmail.com