Categoria: Psicoterapia

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 02/12/2023

Appunti dal passato prossimo al futuro semplice dell'esperienza in gruppo di Psicodramma

di Nicola Basile

"Specchio del soggetto è un’immagine altra"

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“Il primo elemento. L'immagine allo specchio del soggetto è un’immagine altra rispetto al soggetto, un’immagine che svolge un’azione costituente su di esso, che gli offre dunque un’immagine di sé che altrimenti non avrebbe, gli offre una stoffa, un abito, una forma. Detto altrimenti, il soggetto arriva a esistere, ad avere una propria forma d'esistenza, solo attraverso l’immagine allo specchio.”(1)

Si scorge la forma del futuro della bambina rintracciando il rimosso della donna. La donna intravvede se stessa bambina e la bambina scorge colei che dà vita, colei che nutre. La donna offre una forma al futuro della bambina, il passato “ritorna come estraneità, estraneità che porta con sé ‘l’intimità (di ciò) che è stato” (2), rimosso nella donna. Venere, Cerere e Maia osservano indossando l’epiteto “alma” (3)(4).

“(…) questa “immagine altra” sarà sempre altra, cioè il soggetto non potrà mai coincidere con essa, sia perché appunto è strutturalmente altra, sia perché è in costante anticipo rispetto al soggetto stesso. In sostanza l’immagine allo specchio, immagine altra, offre sì al soggetto una forma, ma una forma con la quale non potrà mai coincidere e rispetto alla quale sarà sempre in difetto.” (5)

"Pelle come confine"

Anche per il maschile la forma o abito è lo strumento per presentarsi all’altro, altro che si identifica in lui e nella sua pelle. “Si può quindi affermare che la scissione primaria e l’idealizzazione del Sé e dell’oggetto si basano su questo processo precoce di contenimento del Sé e dell’oggetto, ognuno entro la rispettiva “pelle” (6). “(…) “o, per usare ancora le parole di Winnicott “la pelle diventa il confine tra il me ed il non-me”. (7)

“Qualcosa di familiare, di intimo, il “più proprio”, viene rimosso, dunque ritorna. Ma ritorna in che forma? Ritorna come estraneità, estraneità che porta con sé ‘l’intimità che è stato’. Inoltre, questa forma particolare di ritorno del rimosso ha per Freud una predilezione per il campo visivo, è questo il luogo privilegiato di questo modo in cui il rimosso ritorna. Privilegiato, è bene ricordarlo, non significa esclusivo.” (8) Si potrebbe dire, solo temporaneamente: chi percepisce è espulso dal percepito, in quanto il percepito è sempre dell’altro.

"Perturbante incontro con la mancanza"

Senza pretendere di aver trovato una conclusione “(…) possiamo dire che per Freud quando nel campo dell’Altro – in particolare in quell’Altro supportato dal campo visivo – si incontra la mancanza si ha perturbante, cioè incontro con la mancanza che si incarna in quanto soggetti, detto altrimenti con la propria condizione di mancanza in cui si è nient’altro che effetto dell’Altro”.(10)

Nel setting dello Psicodramma analitico “non ha alcuna importanza ‘che cosa appaia, ciò che conta è il posto in cui essa appare”, (11) poiché il luogo rende straniero il narratore a se stesso affinché, divenuto giocatore o doppio dell’altro, scorga la mancanza in ciò che viene rappresentato e espresso dalla parola-corpo degli altri partecipanti.

Bibliografia

 

E.T.A. Hoffmann, L’uomo della sabbia, in Racconti notturni, Torino, Einaudi, 2005

(1) Pagliardini Alex - L'oggetto sguardo nell’insegnamento di lacan- Lebenswelt, 5 (2014) https://riviste.unimi.it/index.php/Lebenswelt/issue/view/608 - p.65

(2) Idem p. 67
(3) vocabolario Treccani: “agg. [dal lat. almus «che ristora», dal tema di alĕre «nutrire»], letter. – Che alimenta, che dà e mantiene la vita.
(4) Wikipedia: “fu epiteto di varie divinità romane (come Venere, Cerere e Maia) e che aveva in origine il significato di "che nutre", "che dà vita", acquisendo poi anche il senso di "che fa del bene", "gentile”.
(5) Pagliardini Alex – p. 65
(6) Paluzzi Claudio - Disturbi di apprendimento e transfert sul corpo - Richard e Piggle 31, 1, 2023
(7) Anzieu D (1987). L’Io-pelle. Trad. it., Roma: Borla. In “Disturbi di apprendimento e transfert sul corpo - Richard e Piggle 31, 1, 2023”
(8) Pagliardini Alex – p. 67
(9) sportello di Dürer
(10) Idem – p. 71
(11) Ibidem – p. 71

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il prossimo incontro ?

Il 02/12/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

Le date dei successivi incontri si concorderanno il
2 dicembre 2023 .

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 11/11/2023

di Alessandra Corridore

Primo giorno di scuola, siamo sulla soglia tra il conosciuto e lo sconosciuto. Distacco del figlio dalla madre e della madre dal figlio, fantasma dell’assenza, dell’abbandono, ricerca dello sguardo e di un bacio…

Sarà il bacio della signora Darling? Il bacio che tanto aspettavano i tre fratellini Darling, e forse anche Peter Pan, dalla loro mamma e che mai arrivò? Scrive  J. Matthew Barrie: “…la sua bocca dolce e ironica aveva sempre un bacio che Wendy non poteva mai ottenere e che, tuttavia, stava sempre là, perfettamente visibile, sull’angolo destro” (Barrie, 1904, p. 70).

Oppure sarà il bacio che la Strega buona del Nord, di cui parlava L. Frank Baum nel suo romanzo “Il meraviglioso mago di Oz”, da a Dorothy: “ti darò il mio bacio, e nessuno oserà fare del male a una persona che ha ricevuto il bacio della Strega del Nord” (Baum, 1900, p. 19). Neanche le scimmie volanti della Strega dell’Ovest osano farle del male: “Non osiamo nuocere a questa bambina … perché è protetta dal Potere del Bene, che è più grande del Potere del Male” (ibidem, p. 100).

“Allo specchio non mi riconoscevo”

Nella fase dello specchio il bambino gioca davanti allo specchio con le immagini che si riflettono su di esso. Successivamente riconoscerà negli oggetti visti nello specchio delle immagini, tra le quali anche la sua. Rimane a contemplarla affascinato, lo rassicura poiché gli permette di percepirsi come un’unità corporea “e gli dà un fondamento visibile della nozione del proprio Io” (anzieu, 1976, p. 164).

È un processo strettamente legato alla richiesta del bambino dello sguardo altrui, del riflesso dell’altro in se stesso, del riconoscimento da parte della madre o di chi la sostituisce “che dà al riconoscimento della propria immagine più o meno unificata e autonoma da parte del bambino, un carattere di anticipazione rispetto alla sua realtà esistenziale e che imprime per sempre in lui questa necessità di dipendere dall’altro, dal modo (presunto) in cui l’altro lo vede, lo accetta, lo desidera” (croce, 1990, p. 81). Continua Elena Croce affermando che lo sguardo della madre risponde alla richiesta del bambino di essere riconosciuto. Conferma che l’immagine riflessa nello specchio è proprio lui, e crea l’interesse a riconoscersi.

"Specchi che rimandano la mia immagine"

Primo giorno di scuola, moltitudine di bambini, tanti specchi che rimandano la mia immagine. Come per il bambino, Dider Anzieu scrive che, anche la situazione gruppale può essere vissuta come una minaccia per l’unità personale, una messa in questione dell’Io. In una tale situazione ‘plurale’ il rischio è quello di “non esistere più per me stesso, di perdere ogni senso, lacerato tra tante diverse domande; il mio Io si sparpaglia, la mia bella unità immaginaria si frammenta, lo specchio è rotto in più pezzi che rinviano immagini (di sé) sfigurate e differenti. (...) Il gruppo riconduce l’individuo indietro, molto lontano, là dove non era ancora costituito come soggetto, là dove si sente disgregato” (Anzieu, 1976, p. 166).  Ma forse può essere anche il luogo del riconoscimento delle proprie caratteristiche individuali, che solo simbolicamente in ognuno di noi può avvenire, come in un concorso di costruzione di oggetti col pongo, in cui ogni bambino viene premiato per la specificità della sua statuina!

E probabilmente è proprio nel giocare come i bambini, nel dare forma per poi toglierla e crearne un’altra, nel modellare creativamente la sostanza psichica, si può dare vita all’opera, alla scultura che è nascosta già dentro la roccia.

Bibliografia

 

Anzieu D., 1976,  Il gruppo e l’inconscio, Borla, Roma.

Barrie J.M., 1904, Peter Pan, Rusconi Libri, Rimini, 2013.

Baum L.F., 1900, Il meravoglioso mago di Oz, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2001.

Corridore A., Lo psicodramma come teatro di immagini in Quaderni di cultura junghiana, CIPA, n. 2, 2013, pp. 82-91(https://www.psicologia-analitica-junghiana.it/lo-psicodramma-come-teatro-di-immagini/).

Croce E., 1990 , Il volo della farfalla, Borla, Roma.

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Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 11/11/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
2 dicembre 2023 con medesimo orario.

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 21/10/2023

“Mi facevo innanzitutto narrare ciò che era noto alla paziente …”, così Freud nei confronti della signorina Elizabeth. “Ella” (1) parla, racconta e piano piano il testo si esprime e si sviluppa quasi naturalmente, in conseguenza di lontani contenuti rimossi sepolti nell'inconscio e adesso finalmente accessibili. La metafora dell’archeologo, quindi, era poi a disposizione per colmare le lacune, tessere nuove trame a partire dagli elementi ritrovati. Qualche cosa cambia nel soggetto: la sua storia più completa, la sua biografia emotiva è più lucida. Ma non è l'unica storia possibile nel corso della vita e dell'analisi le storie mutano, la vita cambia. Cambia perché racconti vengono narrati con insight sempre maggiori, dando rilievo a particolari prima trascurati. Fare analisi significa anche trasformare una propria storia, prima vissuta come unica- irripetibile- vera, in un'altra più viva che apre il cambiamento. E allora il racconto dell’analizzante è una delle versioni possibili della sua vita così il valore terapeutico della narrazione si fonda su una nuova definizione della realtà che facilita una più adeguata comprensione della vita e che favorisce un più articolato progetto futuro. (2)

Il gioco equivale alla rappresentazione della scena che si costruisce in seduta e che vede coinvolti sia il narratore che porta un discorso e sceglie i suoi personaggi, sia i terapeuti in funzione di animatore e di osservatore. Il valore di costruire una scena psicodrammatica è nell'esperienza che si fa di essere sempre giocati perché il gioco, per sua struttura e da qualsiasi situazione lo si prenda, è un'esperienza che non riusciamo mai a padroneggiare completamente. Allora si rendono necessari, per tutti gli attori coinvolti, gli sforzi per stare al gioco, in una situazione dove i giochi non sono mai veramente fatti. (3)

1 - a cura di Nicola Basile

2 Lemoine Gennie – L’efficacia della rappresentazione - Area Analisi – Rivista Italiana di Psicodramma
Analitico – Anno III – n. 4 -1988 – Ed. Dell’Orso

3 Picinotti Stefania - Convegno Nazionale SiPsA - Il Gioco che cura?! Gesto e Narrazione nello Psicodramma Analitico – 8 ottobre 2023 – testo trascritto da Nicola Basile

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Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 21/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
11 novembre 2023 e 9 dicembre 2023 con medesimo orario.

La data del 9/12 potrebbe essere anticipata al 2/12/23

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Contributo all’incontro di psicodramma analitico del 21/10/2023

Scrive Elena Croce:

“Ora è evidente che tra dimensione istituzionale familiare e dimensione del desiderio, inevitabilmente o quasi, c'è conflitto a cominciare dai problemi relativi al posto che la coppia dei genitori offre al bambino e alla funzione che gli è in grado di assumersi, fatto che può risolversi come iscrizione in una catena significante”(…)“Il bambino, come del resto l'adulto, entrano nello psicodramma quando il “gruppo” è già in funzione e vengono quindi a trovarsi in un luogo in cui il legame sociale risulta già abbozzato senza aver potuto prendere parte attiva a questo “abbozzo” Noi ci proponiamo di incontrare questo “abbozzo”, poterlo conoscere, riconoscendolo come frutto dell’Altro, utilizzando gli strumenti dello Psicodramma Analitico “che tendono a opporsi a questo rifugiarsi immaginario in un gruppo unitario e omogeneo come un corpo materno”. (E. B. Croce – 2016)

La SIPsA ha cura di questo processo affinché il dispositivo dello Psicodramma Analitico ci apra gli occhi sull’illusione della funzione psicoterapeutica senza faglie e di una cura che possa definirsi universale. Come ci dice Elena Croce, il setting gruppale dello Psicodramma, riedizione del gruppo famiglia, ci costringerà ad esporre i nostri punti ciechi e ad accettare di essere ancora una volta e per sempre  imperfetti. Proprio questo manterrà vivo il nostro desiderio, la nostra curiosità di esplorare.

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A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

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Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

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Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 21/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

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  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
11 novembre 2023 e 9 dicembre 2023 con medesimo orario.

 

Costo?

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Nicola Basile

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Contributo per l’incontro di psicodramma analitico del 9/09/23

“Scorgere l’orizzonte attraverso il buco della dimenticanza”

di Nicola Basile
(didatta della Società Italiana di Psicodramma Analitico)

“Quando ti sforzi di dimenticare qualcosa ottieni l'effetto opposto.
Invece di qualcosa diventa Quella Cosa.
Ci teniamo così tanto ai nostri sforzi che ci è impossibile dimenticarli.
Dovremmo invece incorniciare i momenti di riposo.”
Enzo Fileno (2022)

Premessa
Proporre un percorso che inizi con l’esperienza analitica in gruppo con lo Psicodramma analitico, richiede il fornire contributi che alimentino il desiderio di parteciparvi. Il 9 settembre 2023 il Centro Didattico Aletheia della SIPsA aprirà uno spazio dedicato allo Psicodramma Analitico con cadenza mensile. (La locandina è scaricabile in pdf). L'iniziativa, che si configura tra quelle approvate dalla SIPsA, vuole favorire chi non può recarsi settimanalmente in uno dei gruppi del Centro Didattico.
Tale desiderio può scaturire da una domanda che non trova risposte, da stimoli professionali o entrambi. Questa fase è definita nell’ambito della letteratura, partecipazione a un gruppo di base o esperienza analitica in gruppo di psicodramma.
In questo breve testo proverò a definire, anche se volutamente con molta approssimazione, come la dimenticanza possa divenire uno strumento di accesso a ciò che apparentemente è stato cancellato e come ciò che sembra essere stato cancellato dalla memoria, sia insieme limite e opportunità per l'essere umano.

La fonderia dei metalli oggi è narrata dalle pietre, con l'immaginazione possiamo ascoltare la storia. foto N. Basile

Dimenticare il nome nel sogno
Nella vita onirica notturna il nome che ci hanno consegnato, lo possiamo temporaneamente dimenticare affinché l’ombra della ragione possa vagare alla ricerca di segni di cui essa non sa tenere il conto. Il nome prima di divenire un simbolo è stato segno incomprensibile per ciascuno di noi, un “segno” che è stato dato affinché potesse essere ridefinito “con” la ricchezza dell’esperienza della vita. Tuttavia, l’uomo deve poter utilizzare la dimenticanza per non tenere il conto di tutti i processi che lo hanno reso soggetto al fine di trasformare i segni in nomi e i nomi in simboli. Così l’uomo costruisce la propria identità tra oblio e memoria.

Assumere il nome dell’altro

Così come alla nascita l’essere umano assume il nome dato dall’altro anche nel sogno accade che si assuma un nome alieno come il proprio. Accade anche di non provare tanto stupore nel rammentare di esser apparsi a noi stessi come sconosciuti a colui o colei a cui si racconta il sogno al risveglio. Nondimeno, al risveglio, senza il ricordo, alcuno saprebbe dichiarare all’altro il nome proprio che distingue anche dal personaggio o dagli attori del sogno. Quindi se non si potesse dimenticare il nome non si potrebbe ascoltare il nome dell’altro che palesando la sua presenza annuncia una richiesta. In altre parole: “se non potessi dimenticare, non potrei sognare”.

Così come alla nascita l’essere umano assume il nome dato dall’altro anche nel sogno accade che si assuma un nome alieno come il proprio. Accade anche di non provare tanto stupore nel rammentare di esser apparsi a noi stessi come sconosciuti a colui o colei a cui si racconta il sogno al risveglio. Nondimeno, al risveglio, senza il ricordo, alcuno saprebbe dichiarare all’altro il nome proprio che distingue anche dal personaggio o dagli attori del sogno. Quindi se non si potesse dimenticare il nome non si potrebbe ascoltare il nome dell’altro che palesando la sua presenza annuncia una richiesta. In altre parole: “se non potessi dimenticare, non potrei sognare”.
Nell'intrigante mostra a Aosta, in questo momento in corso, "L'autre portrait. Le jeu",  Miriam Colognesi mette in gioco il volto, i corpi, gli sguardi conservati e celati dagli archivi fin quando non sono messi in gioco. L'artista li fonde con le carte dei tarocchi, gioco e divinazione che attraversano i secoli. "Semplificando potremmo affermare che Miriam Colognesi compie una scelta molto precisa, quella di indagare attraverso un personale registro espressivo il tema della memoria individuale e collettiva. Decide di non occuparsi dei giocatori di carte, ma di ridisegnare le carte stesse, animandole dei volti e delle presenze di persone che riemergono dal passato in cui possiamo riconoscerci." scrive Daria Jorioz in "Gioco di carte, gioco del destino" per la presentazione delle opere dell'artista.

Raccontare il sogno
È necessario fare uno sforzo di memoria nel raccontare il sogno che finirebbe nell’oblio se non si trova un ascoltatore che rappresenti per noi, e per lui stesso, il confine tra lavoro del sogno nel sonno e quello che si svolge nella veglia. Il sogno infatti “non cessa di non scrivere” nel diurno come afferma, rispetto al sintomo, Lacan. E ciò che non viene scritto, divenendo illeggibile, si trasforma in “Quella Cosa” che non permette il riposo.

Il gioco del rocchetto
Scrivono G. e P. Lemoine (1972): “La matrice di ogni psicodramma, secondo noi, è il gioco del rocchetto o del Fort- da descritto da Freud (1920)”
Il gioco del rocchetto è ben conosciuto come la possibilità di far riapparire l’assente, potendolo governare attraverso il gioco e il linguaggio. Così è, affermano i Lemoine, anche per gli oggetti che incontriamo nella realtà, una volta usciti dalla esperienza del soggetto, possono esser sempre ricordati e immaginati come presenti. Un bel luogo che abbiamo visitato non lo possiamo portare con noi se non attraverso il contributo dell’immaginazione che lo può rendere presente, allietando un momento di stanchezza o favorendo l’alleggerimento di situazioni faticose.
L’immaginario è un elemento, o regime seguendo Lacan, del nostro pensiero, su cui poggia la metodica dello psicodramma analitico. Durante la rappresentazione di alcune parti del discorso dei partecipanti al gruppo, l’immaginario permette di rendere presente ciò che non lo è nella realtà di quel momento. D’altra parte, le mani di un mimo permettono ai nostri sguardi di cogliere ciò che non è e se il mimo è capace di far emergere emozioni che non hanno altro ancoraggio nell’immaginario dell’artista e di chi lo ha scelto.

Saper giocare
Nello psicodramma analitico non serve essere artisti mentre è necessario saper giocare seriamente come sanno fare i bambini e le bambine che sanno che non sono ciò che vorrebbero essere ma in quel momento lo impersonano con grande coerenza.
Il gioco ovviamente non può durare all’infinito e bambine e bambini si affidano all’adulto perché li possa far rientrare nella realtà. Anche nel gioco immaginario dello psicodramma il tempo è dato dal setting e dagli psicoanalisti e psicodrammatisti che conducono il setting in piccolo gruppo.
L’assenza della Cosa, della realtà, dell’oggetto che non è più nella sua concretezza e nel presente lascia una cornice vuota, un buco attraverso cui scorgere il riflesso dell’esperienza vissuta, ascoltare la sonorità coinvolgente che solo un brano musicale, una coreografia di danza sanno donare a chi decide di lasciarsi andare ai confini dell’immaginario per “incorniciare i momenti di riposo”.

Se questo è il tavolo
Scrivono i Lemoine … “se questo è il tavolo intorno al quale si riunisce per il pranzo tutta la mia famiglia, esso può diventare il simbolo del pranzo familiare, poi passando da una metafora all'altra, della famiglia stessa, quindi di altre famiglie come la mia; entra in gioco a questo punto la funzione simbolica”
Lemoine (1972)
Nell’esperienza di incontro con l’altro nel gruppo di Psicodramma Analitico, è possibile scorgere l’orizzonte attraverso un buco, come quello della fotografia per intenderci, rubato dallo scrivente a un cancello di legno di Aosta, permettendo a ciascun partecipante di dare infiniti significati alla vita vissuta, fin a ridisegnarne lo svolgimento. Ciò favorisce la memoria degli accaduti poiché essa diviene meno pressante o troppo coinvolgente, trasformandosi in racconto all’altro o in racconto dell’altro, colorando la vita con nuovi sentimenti e colori .
Lo psicodramma analitico è al servizio di chi desidera spostare “Quella Cosa” dal centro della vita affinché l’incessante rimirare la Cosa, venga sostituito dall’ “incorniciare i momenti di riposo”.

Piccola bibliografia

Colognesi Miriam - "L'autre portrait. Le jeu" Aosta, Chiesa di San Lorenzo - 27 maggio - 15 ottobre 2023

Fileno Enzo (2022) – Il giardino di Italo – Ponte alle Grazie

Freud S., (1920), Aldilà del principio di piacere, in Opere vol.9, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.

Jorioz Daria in "Gioco di carte, gioco del destino"
"L'autre portrait. Le jeu" Aosta, Chiesa di San Lorenzo - 27 maggio - 15 ottobre 2023

Lemoine G. e P., (1972), tr.it. Lo Psicodramma, Feltrinelli editore, Milano, 1977

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 09/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con orario ridotto, 9,00 – 12,05.

A seguire i primi tre incontri si svolgeranno nelle date del
21 ottobre 2023;
11 novembre 2023; 9 dicembre 2023 
secondo il seguente orario:

• 9,00 - apertura
• 9,15 - 10,30 - prima seduta
• 10,30 - 10,45 - break caffè
• 10,50 - 12,05 - seconda seduta
• 12,10 - 13,10 - pausa pranzo
• 13,15 - 14,40 - terza seduta
• 14,45 - 16,00 - - quarta seduta

 

Costo?

Il 09/09/23 è richiesto il desiderio di partecipare.

Da ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Formazione SIPsA allo psicodramma analitico – Laboratorio di I livello

Che cosa è lo psicodramma?

Lo psicodramma analitico ha origine negli anni ’60, grazie alla coppia di psicoanalisti francesi, Genie e Paul Lemoine.

Esso si presenta come originale elaborazione di teoria, metodo e setting freudiana sul funzionamento della mente.
Lo psicodramma è studiato e sviluppato, nella SIPsA, come un dispositivo psicanalitico. Si svolge tramite incontri in gruppo, di solito settimanali, della durata un’ora e mezza.

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA   (Società   Italiana   di   Psicodramma   Analitico).   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 09/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con orario ridotto, 9,00 – 12,05.

A seguire i primi tre incontri si svolgeranno nelle date del
21 ottobre 2023;
11 novembre 2023; 9 dicembre 2023 
secondo il seguente orario:

• 9,00 - apertura
• 9,15 - 10,30 - prima seduta
• 10,30 - 10,45 - break caffè
• 10,50 - 12,05 - seconda seduta
• 12,10 - 13,10 - pausa pranzo
• 13,15 - 14,40 - terza seduta
• 14,45 - 16,00 - - quarta seduta

 

Costo?

Il 09/09/23 è richiesto il desiderio di partecipare.

Da ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Esame radiologico presso il dipartimento di Radiologia del dr Maxime Menard presso l’Ospedale “Cochin” di Parigi.

“Vorrei che i miei pazienti stessero tutti bene”


Introduzione al seminario di Polivisione SIPsA
di Giuseppe Preziosi
Seminario aperto a coloro che interpellano la psicoanalisi.
24 febbraio 2023 h 19,30-21,00 su piattaforma Meet

L'educazione più aberrante non ha mai avuto altro motivo che il bene del soggetto

Jacques Lacan

 

“Interrogativi sospesi” 

Esame radiologico presso il dipartimento di Radiologia del dr Maxime Menard presso l’Ospedale “Cochin” di Parigi.Quanto chi è coinvolto in una relazione di cura deve augurarsi il bene di chi ha di fronte, che sia individuo, gruppo, classe, istituzione? Quando questo supposto bene è indizio di un respiro di desiderio o invece di un bisogno soddisfatto? E poi del desiderio di chi? Del bisogno di chi?

“Poi sono nate le differenze…”, viene detto nel gruppo

 

 

Esame radiologico
presso il dipartimento di Radiologia
del dr Maxime Menard
presso l’Ospedale “Cochin” di Parigi.

“Un tragitto non lineare”

Per un incontro definito aperto, decido di percorrere un tragitto non lineare per provare a sostare in queste domande, anzi meglio, un percorso parallelo, parallelo alla storia della psicanalisi, molto più antico, per molti un precursore stesso di questa. Decido di interrogare la Letteratura e la traccia è un testo di Walter Siti del 2021, “Contro l’impegno, riflessioni sul Bene in letteratura”, Rizzoli editore.

Vincenzo de Lucia
brevetto di un bigliardino a labirinto,
Afragola 1961

“Letteratura, brava infermiera”

Di Sconosciuto - http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-oggetto-digitale?pid=san.dl.SAN:IMG-00002959, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66638594“Letteratura, brava infermiera”        
Siti da acuto lettore e “osservatore” dell’oggetto letteratura si trova a constatare il ruolo che questa sembra essere forzata a interpretare nella nostra contemporaneità così preoccupata di offendere, ferire, patologizzare: il ruolo di difesa dei fragili, dei marginali, di coloro i quali sono “senza voce”. “L’idea sottostante è che il mondo sia malato e che alla letteratura tocchi come a una brava infermiera, di contribuire a risanarlo […] il valore terapeutico o ricostruttivo della letteratura si è esteso dalla psicologia individuale al dovere sociale; alla presentazione di un mio libro c’è sempre, ormai, chi mi chiede quale sia il messaggio positivo che voglio veicolare” (pag. 20). Questa idea della letteratura parte da una serie di dogmi intoccabili e impossibili da mettere in discussione. Siti ne elenca un po’: l’amore non può avere a che fare con la brutalità; il valore dei “sogni”, basta sognarlo per poterlo ottenere; la bellezza è verità e i bambini sono innocenti e tendenzialmente, aggiungo io, hanno sempre ragione. Ciò che si perde, aggiunge, con l’uso solo “benefico” della parola è la possibilità dell’avventura della parola, del suo valore di ricerca dell’inaspettato.

“Perdersi l’inconscio”  

 

https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3588120

In uno dei saggi del suo libro, si citano i quattro fondamenti della letteratura proposti in un notissimo blog statunitense (Brainpicking di Maria Popova oggi The marginalia): economizzare il tempo, renderci più gentili, guarire dalla solitudine, prepararci a superare i fallimenti. Non sembra l’auspicio condiviso di una buona psicoterapia (anche se analiticamente fondata)?

Sorprendentemente (o forse no) si scrive più avanti nel testo che ciò che rischia di perdersi è l’inconscio. “essendo figlio della profondità, l’inconscio non gode di buona stampa nel mondo della velocità orizzontale, anche perché è fulmineo nel rivelarsi in quanto sintomo ma ha bisogno di tempo perché l’io possa (in parte) riappropriarsene”.

“Concludo con una piccola storia clinica”

“Concludo con una piccola storia clinica

Un uomo di mezza età torna in stanza d’analisi dopo una interruzione di diversi mesi. Prima di questa “pausa” erano stati diversi gli anni trascorsi ad una seduta a settimana. Anni di lamentazioni sempre identiche, di racconti noiosi di lavoro e quotidianità. E per anni mi sono chiesto il senso di questo “incontro” sollecitato anche da una sua non sempre celata insoddisfazione per la mia posizione a-parte. Poco prima di una ricorrenza festiva arriva in ritardo in seduta e appena si siede, con aria grave e seria mi racconta senza un attimo di esitazione di un remoto ricordo del passato che coinvolge una figura genitoriale. Un ricordo banale, ma che solo in quel momento i gangli della rimozione avevano deciso di far riaffiorare. Dove ciò avrebbe condotto, non sapevo nel presente della seduta e forse non lo so ancora adesso, ma a seduta terminata mi sono chiesto se essere in presenza per tutti quegli anni, sforzandomi di mettere a tacere consigli, indicazioni, suggerimenti, affettività che pur questa persona suscita in me, fosse l’unica cosa che davvero potessi fare. Quanto invece, propendendo per un miglioramento della qualità della sua vita, appoggiandomi semplicemente al buon senso, al mio “supposto sapere”, all’onnipresente empatia avrei reso più difficile o forse impossibile, l’emersione di quel frammento, l’incontro con l’inaspettato?

Contatti e informazioni

Il seminario del 24/02/2023, h 19,30-21,00, è aperto a coloro che hanno desiderio di interrogare e interrogarsi sulla clinica del vivere, come sempre non è gratuito. La partecipazione richiede la fatica del proprio esserci e il desiderio della psicoanalisi.
Per per poter ricevere informazioni scrivere a Nicola Basile - nicolabasile.edu@gmail.com
nuovipercorsiviaborelli@gmail.com, indicando il proprio nome, professione, numero di telefono.
Riceverete una mail e messaggio WhatsApp di conferma con il link per partecipare su piattaforma Meet.
Altrimenti inviare un messaggio WhatsApp a Nicola Basile - 3296322722

Ascoltare il desiderio di cura con lo psicodramma analitico

Ascoltare il desiderio di cura con lo psicodramma analitico

Da ottobre 2014 il C. D. “Campo di ricerca sullo psicodramma analitico di Roma”, ha avviato in collaborazione con lo Studio Nuovi Percorsi di via Borelli 5, un ciclo di incontri di ascolto con lo Psicodramma analitico.

Come lo scorso anno il lavoro di Polivisione proseguirà anche nel 2020 con la gradita collaborazione del C. D. Apeiron. Gli incontri del 2020 saranno dedicati al lavoro di coloro che offrono formazione, diagnosi, terapia e riabilitazione nell’età evolutiva, neuropsicomotricisti e logoterapisti, docenti,  operatori del volontariato che hanno una relazione di cura con il minore richiedente aiuto.

Venerdì 31 gennaio 2020, dalle 19,00 alle 20,30, con i soli professionisti legati alla relazione di cura, interrogheremo  i nodi clinici e soggettivi che legano chi domanda a chi offre.
La discussione verrà animata attraverso il dispositivo dello psicodramma analitico,  dai dottori Nicola Basile; Silvia Brunelli e Giuseppe Preziosi soci S.I.Ps.A.

INCONTRO DI “POLIVISIONE” 3 MAGGIO 2019 h 19,00 – 20,30

Da ottobre 2018 lo studio Nuovi Percorsi di Roma, in collaborazione con i centri didattici “Apeiron” e “Campo di Ricerca sullo Psicodramma Analitico” della S0cietà Italiana di Psicodramma Analitico, ha deciso di estendere il proprio sguardo di riflessione clinico oltre l’età evolutiva. L’approccio che da oltre sei anni guida il nostro lavoro è rimasto il medesimo: sottoporre a un molteplice ascolto, i quesiti che genera l’incontro tra chi domanda cura e chi è deputato per legge ad offrirla. Per tale motivo abbiamo definito, e continuiamo a definirli, incontri di “polivisione” e non di supervisione clinica, termine sicuramente più noto.

La nuova struttura di 10 incontri, a cadenza mensile, prevede un’alternanza di settings con una costante: ogni incontro sarà concluso da un’osservazione che raccoglierà i nodi teorici, etici, deontologici che sono andati emergendo o che sono stati elusi.

Lo spazio di “polivisione” che si è tenuto a marzo è stato aperto soltanto a coloro che lavorano entro la relazione di cura, è stato dal dott. Nicola Basile con l'osservazione del dott. Giuseppe Preziosi dello studio, vi hanno partecipato tutti i professionisti dello studio assieme a altri colleghi.
In questa fase l’appartenenza a una figura sanitaria era indispensabile per motivi di segretezza del materiale trattato.
Nell’intervallo tra un incontro e l’altro, chi ha portato il caso e l’osservatore produrranno insieme
uno scritto che costituirà l’oggetto per l’ incontro successivo.

Il gruppo di “polivisione”, nell’incontro del 03 maggio 2019, si allargherà a ospiti scelti dallo studio per un loro interesse alla relazione di cura, senza esser necessariamente figure sanitarie. Gli ospiti, a cui verrà proposto un testo irriconoscibile nelle parti soggette a segreto professionale, saranno chiamati a interrogarsi sui nodi culturali, politici, economici, storici, che quel testo farà emergere assieme al gruppo.

L’ ospite è una figura che ci piace definire come colui che offre il suo ascolto e i suoi quesiti affinché sia possibile far emergere dal testo la  “cosa non vista”. Il dispositivo utilizzato in questo secondo incontro sarà lo psicodramma psicoanalitico con limitazione al role playing, per favorire l’incontro con l’oggetto nascosto in ciascuno dei partecipanti, senza che esso debba esser interpretato analiticamente. La conduzione e l’osservazione anche in questo secondo setting, sarà solamente di psicodrammatisti della SIPsA che hanno condotto una formazione psicoanalitica.

Da questo ciclo di incontri di polivisione ci attendiamo un contributo teorico alla ridefinizione della relazione di cura nell’attuale contesto storico, sociale e culturale oltre all’apertura di una ricerca che porti a “rendere leggibile” la contraddizione tra ciò che è privato, sintomo e  la relazione clinica, e ciò che è pubblico, il ruolo sociale.

Le prossime date sono pertanto le seguenti:
03/05 h 19,00-20,30 incontro aperto a chi ha già partecipato a marzo e a invitati;
24/05 h 19,00-20,30 incontro aperto a professionisti della relazione di cura;
21/06 h 19,00-20,30 incontro conclusivo aperto a chi ha già partecipato agli incontri precedenti e a invitati.

L'opera riprodotta è di Damon Hyldreth
url http://www.damonart.com/pop_public_knot21b.html

a cura di Nicola Basile e Sarah Salvatore

Lo psicodramma in istituzione

Il 12 aprile del 2015 alcuni professionisti dello studio, partecipanti al centro didattico Campo di Ricerca sullo Psicodramma Analitico della SIPsA, richiamavano prima di tutto a loro stessi e poi ai compagni di viaggio dentro e fuori lo studio "Nuovi Percorsi", l’esser noi sempre dei migranti, soggetti in transito. Ricordavamo nella presentazione di allora come il transito sia sempre legato alle leggi politiche e di mercato dentro le quali il soggetto deve vivere sviluppando la sua capacità di lettura.
Per poter essere un cittadino, un lavoratore, un uomo e una donna capaci di relazionarsi con gli altri, ciascuno di noi deve interiorizzare regole e comportamenti che comunque sono sempre opera di un Altro. Al contempo questi comportamenti e queste regole ciascun uomo e donna di questo pianeta li deve poter leggere e pensare come trasformabili, grazie al lavoro comune con l’altro, uomo, donna, anziano, bambino che sia. Quindi ciascuno di noi deve potersi mettere al di fuori della legge per poterla riconoscere e renderla utile alla convivenza.
Il CRPA nela sua fondazione ha voluto il ricordo del sacrificio degli emigranti di Marcinelle che morirono per dare all’Italia carbone negli anni ’50, il transito delle popolazioni dell’Africa che cercano dignità altrove dal luogo che li ha visti nascere, la domanda della donna che si è riconosciuta madre anche per potersi guardare nell’altro, la perdita della propria soggettività nell’uguaglianza degli uomini e delle donne nel gioco d’azzardo e nella tossicodipendenza, l’alterità della psicosi che rende il nome dell’Altro impronunciabile. La psicoanalisi che ha saputo rappresentare il soggetto come alienato da sé stesso e lo psicodramma,  sono gli strumenti del nostro lavoro nella clinica delle istituzioni, nel lavoro clinico dello studio, nella ricerca della nostra professione, fuori e dentro le stanze del nostro studio che fu fondato per offrire "Nuovi Percorsi" alla domanda di uomini, donne, bambini, adolescenti, adulti, anziani. In questo ultimo anno alcuni professionisti dello studio hanno collaborato alla realizzazione del primo numero della rubrica trimestrale del portale web della SIPsA con alcuni articoli.
Li abbiamo pubblicati con l’intento di rendere pubblico all’altro, che transita con noi tra i continenti del desiderio, che lui non è solo e per poter ripetere il gesto di speranza dell’uomo che disegnò e scrisse per incontrare l’assente all’alba dell’umanità. Ci auguriamo di condividere la nostra scrittura ospitata sulle pagine che troverete di cliccando: rubrica trimestrale S.I.Ps.A.  
                                                                                                                                                  Nicola Basile e Giuseppe Preziosi