Categoria: Eventi

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 02/12/2023

Appunti dal passato prossimo al futuro semplice dell'esperienza in gruppo di Psicodramma

di Nicola Basile

"Specchio del soggetto è un’immagine altra"

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“Il primo elemento. L'immagine allo specchio del soggetto è un’immagine altra rispetto al soggetto, un’immagine che svolge un’azione costituente su di esso, che gli offre dunque un’immagine di sé che altrimenti non avrebbe, gli offre una stoffa, un abito, una forma. Detto altrimenti, il soggetto arriva a esistere, ad avere una propria forma d'esistenza, solo attraverso l’immagine allo specchio.”(1)

Si scorge la forma del futuro della bambina rintracciando il rimosso della donna. La donna intravvede se stessa bambina e la bambina scorge colei che dà vita, colei che nutre. La donna offre una forma al futuro della bambina, il passato “ritorna come estraneità, estraneità che porta con sé ‘l’intimità (di ciò) che è stato” (2), rimosso nella donna. Venere, Cerere e Maia osservano indossando l’epiteto “alma” (3)(4).

“(…) questa “immagine altra” sarà sempre altra, cioè il soggetto non potrà mai coincidere con essa, sia perché appunto è strutturalmente altra, sia perché è in costante anticipo rispetto al soggetto stesso. In sostanza l’immagine allo specchio, immagine altra, offre sì al soggetto una forma, ma una forma con la quale non potrà mai coincidere e rispetto alla quale sarà sempre in difetto.” (5)

"Pelle come confine"

Anche per il maschile la forma o abito è lo strumento per presentarsi all’altro, altro che si identifica in lui e nella sua pelle. “Si può quindi affermare che la scissione primaria e l’idealizzazione del Sé e dell’oggetto si basano su questo processo precoce di contenimento del Sé e dell’oggetto, ognuno entro la rispettiva “pelle” (6). “(…) “o, per usare ancora le parole di Winnicott “la pelle diventa il confine tra il me ed il non-me”. (7)

“Qualcosa di familiare, di intimo, il “più proprio”, viene rimosso, dunque ritorna. Ma ritorna in che forma? Ritorna come estraneità, estraneità che porta con sé ‘l’intimità che è stato’. Inoltre, questa forma particolare di ritorno del rimosso ha per Freud una predilezione per il campo visivo, è questo il luogo privilegiato di questo modo in cui il rimosso ritorna. Privilegiato, è bene ricordarlo, non significa esclusivo.” (8) Si potrebbe dire, solo temporaneamente: chi percepisce è espulso dal percepito, in quanto il percepito è sempre dell’altro.

"Perturbante incontro con la mancanza"

Senza pretendere di aver trovato una conclusione “(…) possiamo dire che per Freud quando nel campo dell’Altro – in particolare in quell’Altro supportato dal campo visivo – si incontra la mancanza si ha perturbante, cioè incontro con la mancanza che si incarna in quanto soggetti, detto altrimenti con la propria condizione di mancanza in cui si è nient’altro che effetto dell’Altro”.(10)

Nel setting dello Psicodramma analitico “non ha alcuna importanza ‘che cosa appaia, ciò che conta è il posto in cui essa appare”, (11) poiché il luogo rende straniero il narratore a se stesso affinché, divenuto giocatore o doppio dell’altro, scorga la mancanza in ciò che viene rappresentato e espresso dalla parola-corpo degli altri partecipanti.

Bibliografia

 

E.T.A. Hoffmann, L’uomo della sabbia, in Racconti notturni, Torino, Einaudi, 2005

(1) Pagliardini Alex - L'oggetto sguardo nell’insegnamento di lacan- Lebenswelt, 5 (2014) https://riviste.unimi.it/index.php/Lebenswelt/issue/view/608 - p.65

(2) Idem p. 67
(3) vocabolario Treccani: “agg. [dal lat. almus «che ristora», dal tema di alĕre «nutrire»], letter. – Che alimenta, che dà e mantiene la vita.
(4) Wikipedia: “fu epiteto di varie divinità romane (come Venere, Cerere e Maia) e che aveva in origine il significato di "che nutre", "che dà vita", acquisendo poi anche il senso di "che fa del bene", "gentile”.
(5) Pagliardini Alex – p. 65
(6) Paluzzi Claudio - Disturbi di apprendimento e transfert sul corpo - Richard e Piggle 31, 1, 2023
(7) Anzieu D (1987). L’Io-pelle. Trad. it., Roma: Borla. In “Disturbi di apprendimento e transfert sul corpo - Richard e Piggle 31, 1, 2023”
(8) Pagliardini Alex – p. 67
(9) sportello di Dürer
(10) Idem – p. 71
(11) Ibidem – p. 71

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il prossimo incontro ?

Il 02/12/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

Le date dei successivi incontri si concorderanno il
2 dicembre 2023 .

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 11/11/2023

di Alessandra Corridore

Primo giorno di scuola, siamo sulla soglia tra il conosciuto e lo sconosciuto. Distacco del figlio dalla madre e della madre dal figlio, fantasma dell’assenza, dell’abbandono, ricerca dello sguardo e di un bacio…

Sarà il bacio della signora Darling? Il bacio che tanto aspettavano i tre fratellini Darling, e forse anche Peter Pan, dalla loro mamma e che mai arrivò? Scrive  J. Matthew Barrie: “…la sua bocca dolce e ironica aveva sempre un bacio che Wendy non poteva mai ottenere e che, tuttavia, stava sempre là, perfettamente visibile, sull’angolo destro” (Barrie, 1904, p. 70).

Oppure sarà il bacio che la Strega buona del Nord, di cui parlava L. Frank Baum nel suo romanzo “Il meraviglioso mago di Oz”, da a Dorothy: “ti darò il mio bacio, e nessuno oserà fare del male a una persona che ha ricevuto il bacio della Strega del Nord” (Baum, 1900, p. 19). Neanche le scimmie volanti della Strega dell’Ovest osano farle del male: “Non osiamo nuocere a questa bambina … perché è protetta dal Potere del Bene, che è più grande del Potere del Male” (ibidem, p. 100).

“Allo specchio non mi riconoscevo”

Nella fase dello specchio il bambino gioca davanti allo specchio con le immagini che si riflettono su di esso. Successivamente riconoscerà negli oggetti visti nello specchio delle immagini, tra le quali anche la sua. Rimane a contemplarla affascinato, lo rassicura poiché gli permette di percepirsi come un’unità corporea “e gli dà un fondamento visibile della nozione del proprio Io” (anzieu, 1976, p. 164).

È un processo strettamente legato alla richiesta del bambino dello sguardo altrui, del riflesso dell’altro in se stesso, del riconoscimento da parte della madre o di chi la sostituisce “che dà al riconoscimento della propria immagine più o meno unificata e autonoma da parte del bambino, un carattere di anticipazione rispetto alla sua realtà esistenziale e che imprime per sempre in lui questa necessità di dipendere dall’altro, dal modo (presunto) in cui l’altro lo vede, lo accetta, lo desidera” (croce, 1990, p. 81). Continua Elena Croce affermando che lo sguardo della madre risponde alla richiesta del bambino di essere riconosciuto. Conferma che l’immagine riflessa nello specchio è proprio lui, e crea l’interesse a riconoscersi.

"Specchi che rimandano la mia immagine"

Primo giorno di scuola, moltitudine di bambini, tanti specchi che rimandano la mia immagine. Come per il bambino, Dider Anzieu scrive che, anche la situazione gruppale può essere vissuta come una minaccia per l’unità personale, una messa in questione dell’Io. In una tale situazione ‘plurale’ il rischio è quello di “non esistere più per me stesso, di perdere ogni senso, lacerato tra tante diverse domande; il mio Io si sparpaglia, la mia bella unità immaginaria si frammenta, lo specchio è rotto in più pezzi che rinviano immagini (di sé) sfigurate e differenti. (...) Il gruppo riconduce l’individuo indietro, molto lontano, là dove non era ancora costituito come soggetto, là dove si sente disgregato” (Anzieu, 1976, p. 166).  Ma forse può essere anche il luogo del riconoscimento delle proprie caratteristiche individuali, che solo simbolicamente in ognuno di noi può avvenire, come in un concorso di costruzione di oggetti col pongo, in cui ogni bambino viene premiato per la specificità della sua statuina!

E probabilmente è proprio nel giocare come i bambini, nel dare forma per poi toglierla e crearne un’altra, nel modellare creativamente la sostanza psichica, si può dare vita all’opera, alla scultura che è nascosta già dentro la roccia.

Bibliografia

 

Anzieu D., 1976,  Il gruppo e l’inconscio, Borla, Roma.

Barrie J.M., 1904, Peter Pan, Rusconi Libri, Rimini, 2013.

Baum L.F., 1900, Il meravoglioso mago di Oz, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2001.

Corridore A., Lo psicodramma come teatro di immagini in Quaderni di cultura junghiana, CIPA, n. 2, 2013, pp. 82-91(https://www.psicologia-analitica-junghiana.it/lo-psicodramma-come-teatro-di-immagini/).

Croce E., 1990 , Il volo della farfalla, Borla, Roma.

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Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 11/11/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
2 dicembre 2023 con medesimo orario.

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 21/10/2023

“Mi facevo innanzitutto narrare ciò che era noto alla paziente …”, così Freud nei confronti della signorina Elizabeth. “Ella” (1) parla, racconta e piano piano il testo si esprime e si sviluppa quasi naturalmente, in conseguenza di lontani contenuti rimossi sepolti nell'inconscio e adesso finalmente accessibili. La metafora dell’archeologo, quindi, era poi a disposizione per colmare le lacune, tessere nuove trame a partire dagli elementi ritrovati. Qualche cosa cambia nel soggetto: la sua storia più completa, la sua biografia emotiva è più lucida. Ma non è l'unica storia possibile nel corso della vita e dell'analisi le storie mutano, la vita cambia. Cambia perché racconti vengono narrati con insight sempre maggiori, dando rilievo a particolari prima trascurati. Fare analisi significa anche trasformare una propria storia, prima vissuta come unica- irripetibile- vera, in un'altra più viva che apre il cambiamento. E allora il racconto dell’analizzante è una delle versioni possibili della sua vita così il valore terapeutico della narrazione si fonda su una nuova definizione della realtà che facilita una più adeguata comprensione della vita e che favorisce un più articolato progetto futuro. (2)

Il gioco equivale alla rappresentazione della scena che si costruisce in seduta e che vede coinvolti sia il narratore che porta un discorso e sceglie i suoi personaggi, sia i terapeuti in funzione di animatore e di osservatore. Il valore di costruire una scena psicodrammatica è nell'esperienza che si fa di essere sempre giocati perché il gioco, per sua struttura e da qualsiasi situazione lo si prenda, è un'esperienza che non riusciamo mai a padroneggiare completamente. Allora si rendono necessari, per tutti gli attori coinvolti, gli sforzi per stare al gioco, in una situazione dove i giochi non sono mai veramente fatti. (3)

1 - a cura di Nicola Basile

2 Lemoine Gennie – L’efficacia della rappresentazione - Area Analisi – Rivista Italiana di Psicodramma
Analitico – Anno III – n. 4 -1988 – Ed. Dell’Orso

3 Picinotti Stefania - Convegno Nazionale SiPsA - Il Gioco che cura?! Gesto e Narrazione nello Psicodramma Analitico – 8 ottobre 2023 – testo trascritto da Nicola Basile

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Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 21/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
11 novembre 2023 e 9 dicembre 2023 con medesimo orario.

La data del 9/12 potrebbe essere anticipata al 2/12/23

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Contributo all’incontro di psicodramma analitico del 21/10/2023

Scrive Elena Croce:

“Ora è evidente che tra dimensione istituzionale familiare e dimensione del desiderio, inevitabilmente o quasi, c'è conflitto a cominciare dai problemi relativi al posto che la coppia dei genitori offre al bambino e alla funzione che gli è in grado di assumersi, fatto che può risolversi come iscrizione in una catena significante”(…)“Il bambino, come del resto l'adulto, entrano nello psicodramma quando il “gruppo” è già in funzione e vengono quindi a trovarsi in un luogo in cui il legame sociale risulta già abbozzato senza aver potuto prendere parte attiva a questo “abbozzo” Noi ci proponiamo di incontrare questo “abbozzo”, poterlo conoscere, riconoscendolo come frutto dell’Altro, utilizzando gli strumenti dello Psicodramma Analitico “che tendono a opporsi a questo rifugiarsi immaginario in un gruppo unitario e omogeneo come un corpo materno”. (E. B. Croce – 2016)

La SIPsA ha cura di questo processo affinché il dispositivo dello Psicodramma Analitico ci apra gli occhi sull’illusione della funzione psicoterapeutica senza faglie e di una cura che possa definirsi universale. Come ci dice Elena Croce, il setting gruppale dello Psicodramma, riedizione del gruppo famiglia, ci costringerà ad esporre i nostri punti ciechi e ad accettare di essere ancora una volta e per sempre  imperfetti. Proprio questo manterrà vivo il nostro desiderio, la nostra curiosità di esplorare.

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A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

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Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

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Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 21/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

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  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
11 novembre 2023 e 9 dicembre 2023 con medesimo orario.

 

Costo?

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Nicola Basile

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Contributo per l’incontro di psicodramma analitico del 9/09/23

“Scorgere l’orizzonte attraverso il buco della dimenticanza”

di Nicola Basile
(didatta della Società Italiana di Psicodramma Analitico)

“Quando ti sforzi di dimenticare qualcosa ottieni l'effetto opposto.
Invece di qualcosa diventa Quella Cosa.
Ci teniamo così tanto ai nostri sforzi che ci è impossibile dimenticarli.
Dovremmo invece incorniciare i momenti di riposo.”
Enzo Fileno (2022)

Premessa
Proporre un percorso che inizi con l’esperienza analitica in gruppo con lo Psicodramma analitico, richiede il fornire contributi che alimentino il desiderio di parteciparvi. Il 9 settembre 2023 il Centro Didattico Aletheia della SIPsA aprirà uno spazio dedicato allo Psicodramma Analitico con cadenza mensile. (La locandina è scaricabile in pdf). L'iniziativa, che si configura tra quelle approvate dalla SIPsA, vuole favorire chi non può recarsi settimanalmente in uno dei gruppi del Centro Didattico.
Tale desiderio può scaturire da una domanda che non trova risposte, da stimoli professionali o entrambi. Questa fase è definita nell’ambito della letteratura, partecipazione a un gruppo di base o esperienza analitica in gruppo di psicodramma.
In questo breve testo proverò a definire, anche se volutamente con molta approssimazione, come la dimenticanza possa divenire uno strumento di accesso a ciò che apparentemente è stato cancellato e come ciò che sembra essere stato cancellato dalla memoria, sia insieme limite e opportunità per l'essere umano.

La fonderia dei metalli oggi è narrata dalle pietre, con l'immaginazione possiamo ascoltare la storia. foto N. Basile

Dimenticare il nome nel sogno
Nella vita onirica notturna il nome che ci hanno consegnato, lo possiamo temporaneamente dimenticare affinché l’ombra della ragione possa vagare alla ricerca di segni di cui essa non sa tenere il conto. Il nome prima di divenire un simbolo è stato segno incomprensibile per ciascuno di noi, un “segno” che è stato dato affinché potesse essere ridefinito “con” la ricchezza dell’esperienza della vita. Tuttavia, l’uomo deve poter utilizzare la dimenticanza per non tenere il conto di tutti i processi che lo hanno reso soggetto al fine di trasformare i segni in nomi e i nomi in simboli. Così l’uomo costruisce la propria identità tra oblio e memoria.

Assumere il nome dell’altro

Così come alla nascita l’essere umano assume il nome dato dall’altro anche nel sogno accade che si assuma un nome alieno come il proprio. Accade anche di non provare tanto stupore nel rammentare di esser apparsi a noi stessi come sconosciuti a colui o colei a cui si racconta il sogno al risveglio. Nondimeno, al risveglio, senza il ricordo, alcuno saprebbe dichiarare all’altro il nome proprio che distingue anche dal personaggio o dagli attori del sogno. Quindi se non si potesse dimenticare il nome non si potrebbe ascoltare il nome dell’altro che palesando la sua presenza annuncia una richiesta. In altre parole: “se non potessi dimenticare, non potrei sognare”.

Così come alla nascita l’essere umano assume il nome dato dall’altro anche nel sogno accade che si assuma un nome alieno come il proprio. Accade anche di non provare tanto stupore nel rammentare di esser apparsi a noi stessi come sconosciuti a colui o colei a cui si racconta il sogno al risveglio. Nondimeno, al risveglio, senza il ricordo, alcuno saprebbe dichiarare all’altro il nome proprio che distingue anche dal personaggio o dagli attori del sogno. Quindi se non si potesse dimenticare il nome non si potrebbe ascoltare il nome dell’altro che palesando la sua presenza annuncia una richiesta. In altre parole: “se non potessi dimenticare, non potrei sognare”.
Nell'intrigante mostra a Aosta, in questo momento in corso, "L'autre portrait. Le jeu",  Miriam Colognesi mette in gioco il volto, i corpi, gli sguardi conservati e celati dagli archivi fin quando non sono messi in gioco. L'artista li fonde con le carte dei tarocchi, gioco e divinazione che attraversano i secoli. "Semplificando potremmo affermare che Miriam Colognesi compie una scelta molto precisa, quella di indagare attraverso un personale registro espressivo il tema della memoria individuale e collettiva. Decide di non occuparsi dei giocatori di carte, ma di ridisegnare le carte stesse, animandole dei volti e delle presenze di persone che riemergono dal passato in cui possiamo riconoscerci." scrive Daria Jorioz in "Gioco di carte, gioco del destino" per la presentazione delle opere dell'artista.

Raccontare il sogno
È necessario fare uno sforzo di memoria nel raccontare il sogno che finirebbe nell’oblio se non si trova un ascoltatore che rappresenti per noi, e per lui stesso, il confine tra lavoro del sogno nel sonno e quello che si svolge nella veglia. Il sogno infatti “non cessa di non scrivere” nel diurno come afferma, rispetto al sintomo, Lacan. E ciò che non viene scritto, divenendo illeggibile, si trasforma in “Quella Cosa” che non permette il riposo.

Il gioco del rocchetto
Scrivono G. e P. Lemoine (1972): “La matrice di ogni psicodramma, secondo noi, è il gioco del rocchetto o del Fort- da descritto da Freud (1920)”
Il gioco del rocchetto è ben conosciuto come la possibilità di far riapparire l’assente, potendolo governare attraverso il gioco e il linguaggio. Così è, affermano i Lemoine, anche per gli oggetti che incontriamo nella realtà, una volta usciti dalla esperienza del soggetto, possono esser sempre ricordati e immaginati come presenti. Un bel luogo che abbiamo visitato non lo possiamo portare con noi se non attraverso il contributo dell’immaginazione che lo può rendere presente, allietando un momento di stanchezza o favorendo l’alleggerimento di situazioni faticose.
L’immaginario è un elemento, o regime seguendo Lacan, del nostro pensiero, su cui poggia la metodica dello psicodramma analitico. Durante la rappresentazione di alcune parti del discorso dei partecipanti al gruppo, l’immaginario permette di rendere presente ciò che non lo è nella realtà di quel momento. D’altra parte, le mani di un mimo permettono ai nostri sguardi di cogliere ciò che non è e se il mimo è capace di far emergere emozioni che non hanno altro ancoraggio nell’immaginario dell’artista e di chi lo ha scelto.

Saper giocare
Nello psicodramma analitico non serve essere artisti mentre è necessario saper giocare seriamente come sanno fare i bambini e le bambine che sanno che non sono ciò che vorrebbero essere ma in quel momento lo impersonano con grande coerenza.
Il gioco ovviamente non può durare all’infinito e bambine e bambini si affidano all’adulto perché li possa far rientrare nella realtà. Anche nel gioco immaginario dello psicodramma il tempo è dato dal setting e dagli psicoanalisti e psicodrammatisti che conducono il setting in piccolo gruppo.
L’assenza della Cosa, della realtà, dell’oggetto che non è più nella sua concretezza e nel presente lascia una cornice vuota, un buco attraverso cui scorgere il riflesso dell’esperienza vissuta, ascoltare la sonorità coinvolgente che solo un brano musicale, una coreografia di danza sanno donare a chi decide di lasciarsi andare ai confini dell’immaginario per “incorniciare i momenti di riposo”.

Se questo è il tavolo
Scrivono i Lemoine … “se questo è il tavolo intorno al quale si riunisce per il pranzo tutta la mia famiglia, esso può diventare il simbolo del pranzo familiare, poi passando da una metafora all'altra, della famiglia stessa, quindi di altre famiglie come la mia; entra in gioco a questo punto la funzione simbolica”
Lemoine (1972)
Nell’esperienza di incontro con l’altro nel gruppo di Psicodramma Analitico, è possibile scorgere l’orizzonte attraverso un buco, come quello della fotografia per intenderci, rubato dallo scrivente a un cancello di legno di Aosta, permettendo a ciascun partecipante di dare infiniti significati alla vita vissuta, fin a ridisegnarne lo svolgimento. Ciò favorisce la memoria degli accaduti poiché essa diviene meno pressante o troppo coinvolgente, trasformandosi in racconto all’altro o in racconto dell’altro, colorando la vita con nuovi sentimenti e colori .
Lo psicodramma analitico è al servizio di chi desidera spostare “Quella Cosa” dal centro della vita affinché l’incessante rimirare la Cosa, venga sostituito dall’ “incorniciare i momenti di riposo”.

Piccola bibliografia

Colognesi Miriam - "L'autre portrait. Le jeu" Aosta, Chiesa di San Lorenzo - 27 maggio - 15 ottobre 2023

Fileno Enzo (2022) – Il giardino di Italo – Ponte alle Grazie

Freud S., (1920), Aldilà del principio di piacere, in Opere vol.9, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.

Jorioz Daria in "Gioco di carte, gioco del destino"
"L'autre portrait. Le jeu" Aosta, Chiesa di San Lorenzo - 27 maggio - 15 ottobre 2023

Lemoine G. e P., (1972), tr.it. Lo Psicodramma, Feltrinelli editore, Milano, 1977

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 09/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con orario ridotto, 9,00 – 12,05.

A seguire i primi tre incontri si svolgeranno nelle date del
21 ottobre 2023;
11 novembre 2023; 9 dicembre 2023 
secondo il seguente orario:

• 9,00 - apertura
• 9,15 - 10,30 - prima seduta
• 10,30 - 10,45 - break caffè
• 10,50 - 12,05 - seconda seduta
• 12,10 - 13,10 - pausa pranzo
• 13,15 - 14,40 - terza seduta
• 14,45 - 16,00 - - quarta seduta

 

Costo?

Il 09/09/23 è richiesto il desiderio di partecipare.

Da ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Formazione SIPsA allo psicodramma analitico – Laboratorio di I livello

Che cosa è lo psicodramma?

Lo psicodramma analitico ha origine negli anni ’60, grazie alla coppia di psicoanalisti francesi, Genie e Paul Lemoine.

Esso si presenta come originale elaborazione di teoria, metodo e setting freudiana sul funzionamento della mente.
Lo psicodramma è studiato e sviluppato, nella SIPsA, come un dispositivo psicanalitico. Si svolge tramite incontri in gruppo, di solito settimanali, della durata un’ora e mezza.

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA   (Società   Italiana   di   Psicodramma   Analitico).   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 09/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con orario ridotto, 9,00 – 12,05.

A seguire i primi tre incontri si svolgeranno nelle date del
21 ottobre 2023;
11 novembre 2023; 9 dicembre 2023 
secondo il seguente orario:

• 9,00 - apertura
• 9,15 - 10,30 - prima seduta
• 10,30 - 10,45 - break caffè
• 10,50 - 12,05 - seconda seduta
• 12,10 - 13,10 - pausa pranzo
• 13,15 - 14,40 - terza seduta
• 14,45 - 16,00 - - quarta seduta

 

Costo?

Il 09/09/23 è richiesto il desiderio di partecipare.

Da ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

“Frammenti di famiglia” – contributo di Viviana Sebastio


Video a cu
ra di: Viviana Sebastio

Vai al video

Musica: Forbidden Colours, di David Sylvian & Ryūichi Sakamoto

Immagini:

Naufragés sur un radeau, di Sylvia_Lefkovitz

Foto di famiglia italiana

Femme de Venise, di Alberto Giacometti

The Cat, di Alberto Giacometti

Transverse Orientation (2021), di Dimitris Papaioannou

La salita, di Jannis Kounellis

Emilio Isgrò

Is This the Life We Really Want? (Roger Waters), di Emilio Isgro

Testi estratti da:

LEV TOLSTOJ (1877)

Anna Karenina, traduz. di Leone Ginzburg per Einaudi, 1961

Jaume Cabré (2011)

“Le voci del fiume”, traduz. di Stefania Maria Ciminelli, La Nuova Frontiera.

Ambrose Bierce, 1985

DIZIONARIO DEL DIAVOLO.

Scelta e Introduzione di Guido Almansi. Traduzione  di Daniela Fink.

Longanesi & C., Milano.

Fernando Pessoa,

“Il libro dell'inquietudine, traduz. di V. Tocco, Oscar classici moderni Vol. 239.

L’età dell’uva, Mattia Tarantino, 2021

Giulio Perrone Editore

Cormac McCarthy

“La strada”, traduzione di Martina Testa, Einaudi 2007

Contagio dove si trova per te?

In questi giorni il gruppo di lavoro che fa vivere lo studio Nuovi Percorsi, in collaborazione con la SIPsA, sta preparando un incontro per condividere le domande e il sapere  sul sostantivo “Contagio”.
Si è scelto di non far precedere il sostantivo da alcun articolo per rendere più potente il suo potere evocativo e per poterlo cogliere sul fatto.

Il sostantivo senza articoli fa rotta verso epoche storiche diverse, qui penetra nelle vite degli uomini e donne come una maledizione divina, là si fa religione dell’altro che corrompe la società conosciuta, trova albergo nel capitolo XXXIV di quei Sposi Promessi del Manzoni

“in quanto alla maniera di penetrare in città, Renzo aveva sentito, così all’ingrosso, che c’eran ordini severissimi di non lasciar entrar nessuno, senza bulletta di sanità; ma che in vece ci s’entrava benissimo, chi appena sapesse un po’ aiutarsi e cogliere il momento. Era infatti così; e lasciando anche da parte le cause generali, per cui in que’ tempi ogni ordine era poco eseguito; lasciando da parte le speciali, che rendevano così malagevole la]rigorosa esecuzione di questo; Milano si trovava ormai in tale stato, da non veder cosa giovasse guardarlo, e da cosa; e chiunque ci venisse, poteva parer piuttosto noncurante della propria salute, che pericoloso a quella de’ cittadini; 

Contagio non disdegna la Cina del XXI secolo e le grandi navi da crociera che devono fermarsi e dare ospitalità e segregazione ai loro passeggeri detenuti, come si è trovato a suo agio nel maccartismo alla ricerca dell’intellettuale da bruciare o nelle leggi razziali italiane del 1938, atte a isolare il dilagare del sionismo tra le pure razze italiche.

Tuttavia contagio sa anche di festa, di moti popolari di liberazione, di idee libertarie che non trovano ostacoli per affermarsi, di arte che scrive sui palazzi per diffondere spore di nuovi segni che offrono respiro al sogno.

In estrema sintesi la domanda è quella del titolo di questo breve post: “Contagio dove si trova per te?”

L’incontro si terrà il 21/02/2020 a via A. Borelli, 5 Roma.

Per partecipare inviare un messaggio, whatsapp o sms, al numero 3296322722 o mail a  nuovipercorsiviaborelli@gmail.com o lasciare un messaggio in segreteria con nominativo e numero a cui essere richiamati al 067020310.