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Esame radiologico presso il dipartimento di Radiologia del dr Maxime Menard presso l’Ospedale “Cochin” di Parigi.

“Vorrei che i miei pazienti stessero tutti bene”


Introduzione al seminario di Polivisione SIPsA
di Giuseppe Preziosi
Seminario aperto a coloro che interpellano la psicoanalisi.
24 febbraio 2023 h 19,30-21,00 su piattaforma Meet

L'educazione più aberrante non ha mai avuto altro motivo che il bene del soggetto

Jacques Lacan

 

“Interrogativi sospesi” 

Esame radiologico presso il dipartimento di Radiologia del dr Maxime Menard presso l’Ospedale “Cochin” di Parigi.Quanto chi è coinvolto in una relazione di cura deve augurarsi il bene di chi ha di fronte, che sia individuo, gruppo, classe, istituzione? Quando questo supposto bene è indizio di un respiro di desiderio o invece di un bisogno soddisfatto? E poi del desiderio di chi? Del bisogno di chi?

“Poi sono nate le differenze…”, viene detto nel gruppo

 

 

Esame radiologico
presso il dipartimento di Radiologia
del dr Maxime Menard
presso l’Ospedale “Cochin” di Parigi.

“Un tragitto non lineare”

Per un incontro definito aperto, decido di percorrere un tragitto non lineare per provare a sostare in queste domande, anzi meglio, un percorso parallelo, parallelo alla storia della psicanalisi, molto più antico, per molti un precursore stesso di questa. Decido di interrogare la Letteratura e la traccia è un testo di Walter Siti del 2021, “Contro l’impegno, riflessioni sul Bene in letteratura”, Rizzoli editore.

Vincenzo de Lucia
brevetto di un bigliardino a labirinto,
Afragola 1961

“Letteratura, brava infermiera”

Di Sconosciuto - http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-oggetto-digitale?pid=san.dl.SAN:IMG-00002959, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66638594“Letteratura, brava infermiera”        
Siti da acuto lettore e “osservatore” dell’oggetto letteratura si trova a constatare il ruolo che questa sembra essere forzata a interpretare nella nostra contemporaneità così preoccupata di offendere, ferire, patologizzare: il ruolo di difesa dei fragili, dei marginali, di coloro i quali sono “senza voce”. “L’idea sottostante è che il mondo sia malato e che alla letteratura tocchi come a una brava infermiera, di contribuire a risanarlo […] il valore terapeutico o ricostruttivo della letteratura si è esteso dalla psicologia individuale al dovere sociale; alla presentazione di un mio libro c’è sempre, ormai, chi mi chiede quale sia il messaggio positivo che voglio veicolare” (pag. 20). Questa idea della letteratura parte da una serie di dogmi intoccabili e impossibili da mettere in discussione. Siti ne elenca un po’: l’amore non può avere a che fare con la brutalità; il valore dei “sogni”, basta sognarlo per poterlo ottenere; la bellezza è verità e i bambini sono innocenti e tendenzialmente, aggiungo io, hanno sempre ragione. Ciò che si perde, aggiunge, con l’uso solo “benefico” della parola è la possibilità dell’avventura della parola, del suo valore di ricerca dell’inaspettato.

“Perdersi l’inconscio”  

 

https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3588120

In uno dei saggi del suo libro, si citano i quattro fondamenti della letteratura proposti in un notissimo blog statunitense (Brainpicking di Maria Popova oggi The marginalia): economizzare il tempo, renderci più gentili, guarire dalla solitudine, prepararci a superare i fallimenti. Non sembra l’auspicio condiviso di una buona psicoterapia (anche se analiticamente fondata)?

Sorprendentemente (o forse no) si scrive più avanti nel testo che ciò che rischia di perdersi è l’inconscio. “essendo figlio della profondità, l’inconscio non gode di buona stampa nel mondo della velocità orizzontale, anche perché è fulmineo nel rivelarsi in quanto sintomo ma ha bisogno di tempo perché l’io possa (in parte) riappropriarsene”.

“Concludo con una piccola storia clinica”

“Concludo con una piccola storia clinica

Un uomo di mezza età torna in stanza d’analisi dopo una interruzione di diversi mesi. Prima di questa “pausa” erano stati diversi gli anni trascorsi ad una seduta a settimana. Anni di lamentazioni sempre identiche, di racconti noiosi di lavoro e quotidianità. E per anni mi sono chiesto il senso di questo “incontro” sollecitato anche da una sua non sempre celata insoddisfazione per la mia posizione a-parte. Poco prima di una ricorrenza festiva arriva in ritardo in seduta e appena si siede, con aria grave e seria mi racconta senza un attimo di esitazione di un remoto ricordo del passato che coinvolge una figura genitoriale. Un ricordo banale, ma che solo in quel momento i gangli della rimozione avevano deciso di far riaffiorare. Dove ciò avrebbe condotto, non sapevo nel presente della seduta e forse non lo so ancora adesso, ma a seduta terminata mi sono chiesto se essere in presenza per tutti quegli anni, sforzandomi di mettere a tacere consigli, indicazioni, suggerimenti, affettività che pur questa persona suscita in me, fosse l’unica cosa che davvero potessi fare. Quanto invece, propendendo per un miglioramento della qualità della sua vita, appoggiandomi semplicemente al buon senso, al mio “supposto sapere”, all’onnipresente empatia avrei reso più difficile o forse impossibile, l’emersione di quel frammento, l’incontro con l’inaspettato?

Contatti e informazioni

Il seminario del 24/02/2023, h 19,30-21,00, è aperto a coloro che hanno desiderio di interrogare e interrogarsi sulla clinica del vivere, come sempre non è gratuito. La partecipazione richiede la fatica del proprio esserci e il desiderio della psicoanalisi.
Per per poter ricevere informazioni scrivere a Nicola Basile - nicolabasile.edu@gmail.com
nuovipercorsiviaborelli@gmail.com, indicando il proprio nome, professione, numero di telefono.
Riceverete una mail e messaggio WhatsApp di conferma con il link per partecipare su piattaforma Meet.
Altrimenti inviare un messaggio WhatsApp a Nicola Basile - 3296322722

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