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Onnipotenza

Contributo al seminario di Polivisione del 16-12-2022

a cura di Giuseppe Preziosi

 

Forme

L’onnipotenza ha tante forme, anzi mille e mille di più. l’onnipotenza è un tiranno e un dittatore, è un macigno.
Ha così tante forme che spesso non la puoi riconoscere. Forse ha qualche parentela con il diavolo e si sa che Lucifero qualche problema con la superbia l’ha avuto. E possiamo aggiungere che se per raccontare un incontro di polivisione mettiamo in campo il più bello degli angeli del Signore, i conti con l’onnipotenza proprio lì dobbiamo fare.
L’onnipotenza può prendere la forma di una donna senza storia e senza età, con solo un viso bruttino e non epilato che la costringe nello sguardo di chi è supposto curante, in un abisso di marginalità e sofferenza. Un’immagine così seducente che osservata e osservatore ci cadono dentro entrambi risucchiati dal gioco delle parti che competono loro.

Gioco del servo e del padrone

Un gioco di servo e padrone però, non un scambio tra esseri umani, non la famosa parabola del pane di cui ci parlano i Lemoine dove lo scambio si fa simbolico, un po’ di fame resta ad entrambi ma allo stesso tempo, si fonda un legame simbolico, umano. Non qui. L’onnipotenza ti dice che puoi rispondere alla domanda. Perché se di oggetto denaro ha bisogno, allora oggetto denaro darò, onnipotentemente pensando di poter rispondere ad una domanda.  Un ragionamento lineare, chiuso, sbarrato, semplice e funzionante, alla base della beneficienza di migliaia di persone, associazioni e fondazioni nel mondo.

Vergogna

Fin qui è ancora tutto troppo facile. Perché l’onnipotenza poi si mescola, si accompagna o forse si traveste, da vergogna. E che ci fa la vergogna accanto ad una così tale dimostrazione di potenza e potere? Qualche anno di frequentazione psicoanalitica ci convince che la trama di tale legame va ritrovato in storie infantili che non è il caso qui di raccontare. Basti però ricordarsi che tutti coloro che condividono la convinzione un po’ magica di curare l’altro (o l’Altro?) c’è sempre quel bambino o bambina che siamo stati.

Sfumature, possibilità e inventiva.

Infatti, questa è solo una delle storie che potremmo raccontare, una scelta a caso tra le tante: la neuropsichiatra sotto assedio, il medico in pensione con tutti gli ex pazienti in fin di vita, la psichiatra nostalgica. Quante sfumature! Quante possibilità.! Quanta inventiva!
Forse anche questo vuol significare quello che si ripete tanto dello psicodramma freudiano, partire dall’immaginario e arrivare al simbolico. In questa ridda di immagini, forme, racconti, narrazioni, punti di vista, in questa fascinazione che ci spinge a raccontarci e darci consigli, a consolarsi un po’ a vicenda, a metterci in mostra, seppur nella debolezza, il dispositivo delio psicodramma taglia e taglia corto con questa produzione ipertrofica dell’immaginario e fa come il pane, lo sottrae a tutti (il godimento) e lo restituisce sotto forme di simbolica mancanza che è la propria soggettiva modalità di stare nel mondo.

Conclusione per iniziare

E nello spazio della seduta, l’onnipotenza rivela la fatuità di tutte le forme e di tutti i suoi travestimenti, mostrando la sua vera natura, certo sempre sorprendente, quella di avere una seconda faccia, quella dell’impotenza.

Contatti

Il seminario del 16/12/2022 come sempre non è gratuito. La partecipazione richiede la fatica del proprio esserci e il desiderio della psicoanalisi.
Per per poter ricevere informazioni scrivere a Nicola Basile - nicolabasile.edu@gmail.com
nuovipercorsiviaborelli@gmail.com, indicando il proprio nome, professione, numero di telefono.
Riceverete una mail e messaggio WhatsApp di conferma.
Altrimenti inviare un messaggio WhatsApp a Nicola Basile - 3296322722

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